Che cos’è la Quaresima? Lo dice il profeta Gioele, quaranta giorni, come il tempo del ritorno a casa. “Ritornate a me con tutto il cuore”.
Come è la Quaresima? Come un viaggio deciso nel proprio cuore, nell’intimità della propria camera, e non uno spettacolo chiassoso e ipocrita. “Laceratevi il cuore e non le vesti”.
Perché la Quaresima? Non la smania di diventare o sembrare più buoni, ma la confessione sincera del nostro limite e della Misericordia del Padre. L’esperienza dell’Amore di Dio che supera il nostro peccato, “perché Egli è misericordioso e pietoso”.
Abbiamo bisogno di un tempo forte, come un suono di corno, come la proclamazione di un solenne digiuno, come una convocazione straordinaria dell’assemblea. Un tempo scandito dal ritmo della carità, della preghiera e del digiuno.
Per tutti, la Quaresima di questo Anno Giubilare è dunque un tempo favorevole per poter finalmente uscire dalla propria alienazione esistenziale grazie all’ascolto della Parola e alle opere di misericordia (Francesco, messaggio per la quaresima 2016).
“Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio”. Quaranta giorni di Grazia da non sprecare, affinché in questa nostra epoca sia evidente l’opera del Signore e la bellezza del suo Regno. E nessuno possa dire: “dov’è il loro Dio?”.
Al primo posto l’elemosina, cioè l’esercizio della misericordia, che è il nome stesso di Dio, il suo cuore di Padre e le sue viscere di Madre. Al primo posto, la Carità.
i. Non possiamo sfuggire alle parole del Signore: e in base ad esse saremo giudicati… Non dimentichiamo le parole di san Giovanni della Croce: «Alla sera della vita, saremo giudicati sull’amore» (Francesco, Misericordiae vultus, 15).È mio vivo desiderio che il popolo cristiano rifletta durante il Giubileo sulle opere di misericordia corporale e spirituale. Sarà un modo per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita… La predicazione di Gesù ci presenta queste opere di misericordia perché possiamo capire se viviamo o no come suoi discepoli. Riscopriamo le opere di misericordia corporale: dare da mangiare agli affamati, dare da bere agli assetati, vestire gli ignudi, accogliere i forestieri, assistere gli ammalati, visitare i carcerati, seppellire i morti. E non dimentichiamo le opere di misericordia spirituale: consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i mort
Deve farci riflettere che il giudizio non sarà tanto sul male compiuto, ma sull’Amore non fatto, poiché non vivere la Carità è la radice e il principio di ogni male. Nei nostri esami di coscienza dovremmo perciò fare anche l’elenco delle opere di Misericordia non compiute, delle omissioni, e non solo delle parole sbagliate e dei pensieri malevoli.
Ecco perché è necessaria la preghiera. La preghiera è la nostra salvezza, non per la quantità delle parole e l’ostinazione delle richieste, ma nella misura in cui, nella relazione con il Signore imparo a domandare ciò che è Bene: cercare la giustizia del Regno, Riconoscere la volontà del Padre, vivere le opere di Misericordia. Signore, converti il mio cuore. Signore, orienta le mie opere, le mie parole, i miei desideri, secondo la tu Carità. Signore, rimani in me, perché sono un peccatore e senza di te non sono nulla.
Infine il digiuno, che è solo il segno di tutto un cammino, ma è un segno necessario. La Chiesa ci impone il digiuno il mercoledì delle Ceneri e il venerdì Santo, e l’astinenza dalla carne e dai cibi prelibati i venerdì di quaresima. E noi dobbiamo obbedire.
Come un esercizio di vigilanza e di attesa, poiché siamo in cammino come pellegrini e non come padroni.
Come un esercizio di lacerazione del cuore per i nostri peccati e di libertà: Gesù, non sono degno che tu vieni ad abitare nella mia casa, ma ho bisogno solo di te. Solo Tu basti alla mia felicità.
Come un esercizio di essenzialità e di condivisione, affinché torniamo a dare valore a ciò che è necessario, per non essere distratti, per saper riconoscere la Grazia che passa e il povero che ci interpella.
“Ecco ora il momento favorevole, ecco il giorno della salvezza!”. Ecco, fratelli e sorelle, i nostri quaranta giorni di ritorno a Casa, fino al Cenacolo della Carità, fino all’abbraccio della Croce, fino alla bellezza della Risurrezione.
Il Signore si mostri geloso per la sua terra e si muova a compassione del suo popolo.