Piccola riflessione notturna

Piccola riflessione notturna

In questa notte del venerdì santo rimango sorpreso dalla ridondanza di certe liturgie e dal folkloristico incedere delle processioni serali per le vie cittadine. Liturgie che non corrispondono alla vita. Il venerdì santo con la sua propria liturgia “non eucaristica” non riesce più neppure ad intaccare il ritmo quotidiano del vivere. Pochi cristiani digiunano il venerdì santo (e sarebbe un precetto), ma soprattutto viviamo, compriamo, andiamo e veniamo come se nulla fosse. Come se la storia intera non fosse stata raccolta in quel venerdì, alle tre del pomeriggio.
E poi le processioni. Ognuno passeggia, disinteressato. Pochi pregano. La maggior parte chiacchiera. E il moltiplicarsi delle rappresentazioni è la versione attuale di quelle vesti divise e della tunica giocata ai dadi dai soldati romani. Segno di divisione. Quando invece di orientare lo sguardo e la vita, dividono in fazioni avverse comunità e paesi: tra chi ha il Cristo più morto, chi ha i costumi più belli o tra chi ha il predicatore più bravo. E poi tutte si concludono con un conviviale rinfresco, un gelato o una pizza insieme. Il venerdì santo, giorno di digiuno.
Non lo dico di tutti e neppure di tutte le comunità, poiché c’è tanta fede e tanta verità nelle scelte di tanti credenti. Ma è una tendenza. Una silenziosa deriva che comunque deve interrogarci.
Questa notte ho l’impressione che lentamente stiamo scivolando verso l’irrilevante, persino quando ci riferiamo alla Croce di Cristo. La Vita va cristallizzandosi in una liturgia arcaica e incomprensibile, mentre l’annuncio del Vangelo è ridotto a farsa. Ci agitiamo per troppe cose, correndo il rischio di perdere la parte migliore.
Torna al blog

Lascia un commento

Si prega di notare che, prima di essere pubblicati, i commenti devono essere approvati.