Dal 4 al 29 ottobre 2023 in Vaticano si svolge la Sedicesima Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi.
@pirriddino Cos'è la tappa continentale del #Sinodo? Ce lo racconta @paolocurtaz, delegato del "continente digitale". E com'è la Chiesa sinodale? Lo chiediamo a #papafrancesco #Sinodo2023 #Synod #Synod2023 #missionaridigitali ♬ suono originale - Dino Pirri
Dopo l’ascolto delle parrocchie, a livello diocesano, tra ottobre 2021 e aprile 2022, i Vescovi italiani hanno presentato una sintesi di 15 pagine, come hanno fatto i Vescovi di tutto il mondo.
In ogni continente, si è lavorato per raccogliere i contributi delle chiese locali ed individuare alcuni temi principali, raccolti in un documento di base. Questa seconda tappa si è conclusa il 31 marzo.
C’era anche un mio amico, in rappresentanza del “continente digitale”. Vai Paolo Curtaz!
«A Praga, 500 delegati di 45 conferenze episcopali europee hanno discusso per 4 giorni sul documento di base. E così sono uscite fuori alcune attenzioni: l’inclusione delle persone all’interno della Chiesa, superare il clericalismo, dare spazio alle donne e anche le comunità che sono ferite dallo scandalo della pedofilia».
E dell’esito del lavoro dei delegati europei, africani, americani, asiatici e oceaniani, vi racconterò la prossima volta.
Ma prima, una domanda ancora: «papa Francesco, come deve essere la Chiesa sinodale?».
«Una Chiesa che, con animo lieto, contempla l’azione di Dio e discerne il presente. E che, fra le onde talvolta agitate del nostro tempo, non si perde d’animo, non cerca scappatoie ideologiche, non si barrica dietro convinzioni acquisite, non cede a soluzioni di comodo, non si lascia dettare l’agenda dal mondo».
«Una Chiesa che non affronta le sfide e i problemi di oggi con uno spirito divisivo e conflittuale ma che, al contrario, volge gli occhi a Dio che è comunione e, con stupore e umiltà, lo benedice e lo adora, riconoscendolo suo unico Signore».
«Una Chiesa che guarda con misericordia l’umanità. Una Chiesa unita e fraterna – o almeno che cerca di essere unita e fraterna –, che ascolta e dialoga; una Chiesa che benedice e incoraggia, che aiuta chi cerca il Signore, che scuote beneficamente gli indifferenti, che avvia percorsi per iniziare le persone alla bellezza della fede. Una Chiesa che ha Dio al centro e che, perciò, non si divide all’interno e non è mai aspra all’esterno. Una Chiesa che rischia con Gesù. Così Gesù vuole la Chiesa, così vuole la sua Sposa».
«Una Chiesa ospitale, non con le porte chiuse. In un tempo complesso come il nostro, emergono sfide culturali e pastorali nuove, che richiedono un atteggiamento interiore cordiale e gentile, per poterci confrontare senza paura. Nel dialogo sinodale, in questa bella “marcia nello Spirito Santo” che compiamo insieme come Popolo di Dio, possiamo crescere nell’unità e nell’amicizia con il Signore per guardare alle sfide di oggi con il suo sguardo; per diventare, usando una bella espressione di San Paolo VI, una Chiesa che «si fa colloquio».
«Una Chiesa “dal giogo dolce” (cfr Mt 11,30), che non impone pesi e che a tutti ripete: “Venite, affaticati e oppressi, venite, voi che avete smarrito la via o vi sentite lontani, venite, voi che avete chiuso le porte alla speranza: la Chiesa è qui per voi!”. La Chiesa delle porte aperte a tutti, tutti, tutti!».
«Camminiamo insieme: umili, ardenti e gioiosi» (dall'Omelia all'apertura del Sinodo, 4 ottobre 2023).