In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va' e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.
In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.
In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d'accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro» (Matteo 18,15-20)
Domenica scorsa abbiamo visto come sia possibile che anche il discepolo migliore che si possa immaginare possa diventare un ostacolo a Dio. Molti potrebbero non avvicinarsi a Gesù, se noi che gli camminiamo dietro ragioniamo come Satana invece che secondo il Vangelo.
Era il caso di Pietro che rimprovera Gesù, il quale ha rivelato che la salvezza del mondo non sarà realizzata attraverso la potenza, ma attraverso uno sconvolgente atto d’amore: la morte di Croce.
E noi ragioniamo secondo Dio o secondo Satana? Seguiamo il Vangelo oppure quello che dicono e fanno tutti?
In queste domeniche Gesù si sta rivolgendo soprattutto ai cristiani che frequentano la Chiesa più da vicino. Tuttavia, il suo insegnamento può far bene anche a tutti gli altri.
Se il tuo fratello compirà qualche crimine o qualche peccato grave, «va' e ammoniscilo fra te e lui solo»; se non dovesse funzionare, «prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni», senza fare troppa caciara. E se non dovesse andare a buon fine anche questo ultimo tentativo, allora dillo a tutta la comunità.
Fuori e dentro la Chiesa, come ci comportiamo davanti a un caso simile? Seguiamo la regola di Gesù o quella di Satana?
Prima lo fai sapere a tutti, magari lo scrivi sui social. Poi lo vai a riferire al parroco. E molto raramente ti rivolgi alla persona interessata.
E questo già sarebbe un ottimo spunto di riflessione per questa settimana. Un ottimo criterio di verifica della nostra devozione alle parole di Gesù.
Ma qualcuno potrebbe anche pensare di starsene zitto e non dire niente a nessuno. Quante volte abbiamo pensato e consigliato: «Fatti gli affari tuoi e campi cento anni». Quante volte abbiamo pensato che questa fosse la via più saggia per poterci presentare davanti al prete e dichiarare con fierezza: «Non ho fatto nulla di male».
Ma Gesù va ancora avanti. La pratica della “correzione” non è per punire, ma per guadagnare un fratello. La denuncia del male non è per allontanare la mela marcia, ma per guadagnare un fratello; affinché il malvagio non si allontani e non si perda e non rimanga escluso dall’amore di Dio. Altrimenti non si compirà la giustizia del regno di Dio, ma la tua vendetta.
E quando, nonostante tutti i tuoi sforzi, non sarai riuscito ad aiutare il malvagio a tornare in sé ed egli comunque deciderà di rovinarsi, non smettere di amarlo e continua a pregare per la sua salvezza, insieme a tutta la comunità.
Gesù non cambia argomento, ma continua a riferirsi alla correzione fraterna e alla comunità cristiana che si riunisce in preghiera proprio per coloro che sembrano ormai perduti.
In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d'accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».
«Se due di voi sulla terra si metteranno d'accordo per chiedere» misericordia per un malvagio, «il Padre mio che è nei cieli gliela concederà». «Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome», a chiedere misericordia per i malvagi, «lì sono io in mezzo a loro».
Si potrebbe interpretare così. Perché nel cuore di Dio non c’è l’intenzione di punire o vendicare, ma un grande desiderio di amare e di donare la vita, soprattutto il malvagio, soprattutto il lontano. Perché nel cuore di Dio nessuno è mai perduto completamente o definitivamente lontano.
Oggi si insiste molto sulla punizione dei colpevoli. Qualcuno teorizza anche qualche giustificazione all’odio rivolto contro chi rovina la società. Molti preferiscono rimanere zitti e fermi, invece di cercare il dialogo che potrebbe portare alla salvezza, con la sottile compiacenza che chi non si salva, in fondo in fondo, se l’è cercata.
Chi ragiona come Dio? E chi ragiona come Satana?