Fin qui vi ho detto che il Vangelo è come una lampada che illumina il cammino di chi attraversa la vita, soprattutto quando è buio. E questa luce è la bella notizia di tutto ciò che Gesù ha detto e fatto. Ancora di più, il Vangelo, questa luce, è come l’incontro con la persona stessa di Gesù, che entra nella nostra storia.
Davanti a ogni pagina, come l’indemoniato nella sinagoga di Cafarnao, dovremmo gridare anche noi: «Che c’entra tutto questo con la mia vita? Che hai a che fare con me, Gesù Nazareno? Che c’entri con me e con la mia vita? Qual è la bella notizia che sei venuto ad annunciarci?».
Ecco: quale sarebbe la Bella notizia?
Per raccontarvela in estrema sintesi, prendo una frase del vangelo secondo Marco.
«Il regno dei cieli è vicino, convertitevi e credete al vangelo!».
Nella prima pagina, l’evangelista Marco ci presenta la figura di Giovanni Battista, come il simbolo del popolo d’Israele che aspettava la realizzazione delle promesse di Dio. Ma Giovanni, che grida nel deserto, rappresenta anche l’umanità intera, che desidera liberazione, giustizia, verità e pace.
In una parola, tutta la storia umana è caratterizzata da un desiderio, che è come un grido: la felicità! Quella che sembra non arrivare mai. Quella che sembra non essercene mai abbastanza. Quella che forse neppure esiste. La felicità. Quella vera, che non finisce, che riempie ogni vuoto. La felicità.
«Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: "Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo"».
E arriva Gesù, che per tutta la sua vita annuncia questa buona notizia: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Il tempo è compiuto. Cioè, è arrivato il momento giusto. Non aspettare altro. Non aspettare ancora. Tutte le attese possono realizzarsi ora, tutte le promesse di vita, tutte le speranze. Quel desiderio di felicità e di pace, che hai nel cuore da sempre. Perché il regno di Dio è vicino, cioè Dio non è più lontano, non è indifferente alla tua vita. Si è fatto carne, percorre le nostre strade, conosce i nostri sentimenti, non siamo più soli.
Allora, il Vangelo è la bella notizia che la felicità esiste ed è a portata di mano ed è una persona che si chiama Gesù. Vuoi essere felice? Prestagli attenzione, volgi verso di lui il tuo sguardo, apri cuore e orecchie alla sua Parola. Guarda quello che lui ha fatto. Ascolta quello che ha detto. Lì è la tua felicità!
Il Vangelo non è semplicemente la biografia di Gesù Cristo e non è l’elenco delle regole da seguire per essere buoi cristiani. Non è neanche il libro in cui trovare tutte le risposte alle situazioni complesse del nostro tempo. Non è un oracolo da consultare, aprendolo a caso, quasi come fosse un biscottino della felicità. E neanche un trattato di spiritualità o di filosofia o di ascetica.
Il Vangelo è la Bella notizia che è possibile essere felici, se ti lasci toccare da Dio, che si rivela come colui che sta in mezzo a quelli che sbagliano e a quelli che non sono all’altezza, per donare loro la sua stessa vita.
Si chiede Lorenzo: «Possiamo prendere per vero ciò che c’è scritto nel Vangelo?»
Che ti devo dire, Lorenzo? Come posso convincerti che quanto sta nel Vangelo è vero? Non posso. È un atto di fede.
Posso però dirti perché io ci credo.
Mi fido degli Apostoli e degli evangelisti e della prima comunità cristiana. Dopo la morte e risurrezione di Gesù, hanno tutti avuto un tempo di smarrimento e si sono nascosti, ma alla fine non ce l’hanno fatta a tacere una notizia così bella. Sono usciti fuori dalla paura e dalla diffidenza e non si sono fermati più.
Quando la comunità cresce e va oltre i confini di Gerusalemme, si sente la necessità di fissare alcuni appunti scritti, che potesse aiutare i predicatori a rimanere fedeli alle parole degli Apostoli. Cominciano a scrivere gli insegnamenti di Gesù, i miracoli e gli incontri, ma soprattutto il racconto della passione, morte e risurrezione.
Non si fissano tanto sui particolari, che venivano comunque raccontati a voce. Ma danno particolare attenzione all’essenziale, affinché non venisse travisato o alterato il messaggio originale.
Come raggiungere le future generazioni? E come poter arrivare alle comunità più lontane, che ormai si stanno formando in ogni regione dell’impero? E come raccontare questa Bella notizia a coloro che non provengono dalla tradizione ebraica e non conoscono le antiche Scritture?
Poco prima del 70 d.C. esce il vangelo secondo Marco, che probabilmente si rivolge ai pagani che chiedevano di essere battezzati. E pochi anni dopo il vangelo di Matteo e di Luca. E ancora più tardi, intorno al 90 d.C., il vangelo di Giovanni.
Io credo che questa Bella notizia, che viene da così lontano sia vera, anche perché tutte queste persone l’hanno testimoniata con la vita. E perché a partire da loro, che hanno visto e conosciuto Gesù, attraverso una ininterrotta catena di testimonianza e di amore, generazione dopo generazione, questa Bella notizia è giunta fino ai nostri tempi, fino ai miei nonni, che l’hanno trasmessa ai miei genitori. E dai miei genitori a me.
Mi fido di tutte queste persone, mi fido dei miei nonni e dei miei genitori, mi fido della Chiesa, che è la comunità di tutti i discepoli di Gesù, che mi hanno annunciato la verità di questa Parola.
E a proposito di Chiesa, Laura vorrebbe sapere come mai sono stati scelti proprio questi quattro vangeli, escludendone altri. Potrebbe essere un ottimo approfondimento per la prossima puntata.
Invece vorrei rispondere subito alla domanda di Silvia, che chiede: «Quale consiglio daresti a qualcuno che è curioso di leggere il Vangelo ma non l’ha mai fatto? Di iniziare dall’inizio e leggerli tutti in ordine? Partire da uno specifico o leggere alcuni brani (e in caso quali?)».
Se volete iniziare il vostro personale viaggio attraverso il Vangelo, cominciate dall’evangelista Marco, perché è il testo più breve ed essenziale. Ed è anche il testo più antico, che si rivolge ai principianti della fede.
Leggilo tutto e con calma, dall’inizio alla fine, più di una volta. Domandati sempre, cosa c’entrino quelle pagine con la tua vita, sottolineando i passi che ti affascinano, quelli che fai fatica a comprendere e quelli che ti urtano.
Potrebbe essere un buon inizio.