Che cos'è il Vangelo?

Che cos'è il Vangelo?

Se ti dico “Vangelo” a cosa pensi?

Molti penseranno a un libro. I più preparati diranno: quattro libri, raccolti in un unico volume.

D’accordo. Ma un libro di che?

Un libro di storia, in cui sono raccontati i fatti della vita di Gesù di Nazareth. Ma se così fosse, sarebbe una storia scritta male. Piena di dimenticanze e di contraddizioni tra le versioni dei testimoni oculari.

Un libro di morale, che ti dice cosa è giusto e cosa è sbagliato: quello che devi o non devi fare. Una serie di regole a cui si devono attenere coloro che si definiscono “cristiani”. Ma anche questa definizione sembra poco aderente, poiché nel vangelo, Gesù quasi sempre chiede: cosa posso fare io per te? Mica: tu devi fare questo e tu quest’altro! E infatti leggendo il vangelo, spesso si rimane incerti sul da farsi. Sembra più un elenco di domande inquietanti che di risposte rassicuranti.

Un libro di spiritualità, che mi dice frasi belle e rassicuranti, ma tanto lontane dalla realtà. Un libro di spiritualità, che mi aiuti a non pensare a questi brutti momenti che sto vivendo. Ma neanche questo sembra essere vero. Tutto il vangelo è un continuo richiamo alla realtà, un invito a stare con i piedi per terra, senza cercare vie di fuga dal tempo presente.

Ma allora il vangelo cos’ è?

Non è semplicemente una storia né principalmente una morale o una evasione spirituale. E propriamente non è neanche un libro. O meglio, il vangelo ha la forma di un libro, ma in realtà è come una torcia elettrica, che usi quando hai bisogno di luce.

Come in una stanza completamente buia, in cui procedi a tentoni, sperando di non inciampare o di non sbattere contro qualche spigolo o di non rompere niente. La vita spesso è come una stanza buia, anche quando è giorno. E se vai a casaccio, rischi di fare danno: di inciampare, di farti male o di rompere qualcosa o di far male a qualcuno.

Allora io prendo il vangelo e mi fa luce. Più avanti ti racconterò anche come lo uso concretamente. Per ora mi accontento di dirti perché lo uso: perché non è un libro di storia né di morale né di spiritualità, ma è una torcia che mi illumina la vita, soprattutto quando sembra tutto buio.

Qualcuno penserà che sia carina questa idea del vangelo come una torcia per illuminare. Ma penserà anche che si tratti di una cosa molto noiosa. O comunque qualcosa collegato sempre a un dovere. Niente di tutto questo. Se pensi questo, devono avertelo proprio presentato male il vangelo.

In realtà il vangelo è una bella notizia!

Anticamente non c’erano molti mezzi di comunicazione e allora, quando si doveva diffondere una bella notizia, che riguardava la vita di tutti, venivano mandati in tutto il territorio dell’impero dei messaggeri (in greco “messaggero” si dice “angelo”). Ad esempio, quando finiva una guerra e tornava il tempo della prosperità e della pace. Oppure quando nasceva l’erede al trono, che avrebbe garantito vita stabile e sicurezza a tutto il popolo.

I messaggeri si mettevano in viaggio, attraversando ogni regione dell’impero, per portare a tutti la “bella notizia”, che in greco si diceva… indovina? Sì… “van-ge-lo” in greco significa proprio “bella notizia”.

Può essere noiosa una bella notizia? Eh, no. Una buona notizia può essere un dovere, un comando da eseguire? Eh, assolutamente no.

E quale sarebbe questa bella notizia che dovrebbe illuminare la vita di tutti?

Anche questo lo dirò più avanti.

 

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